Sicilia, ritorno in zona gialla? Il rischio c’è ma non imminente. Appello alla vaccinazione
La Sicilia torna in zona gialla? Se ne parla, anche nelle stanze che contano, ma per evitare inutili allarmismi diciamo subito che è un’ipotesi inesistente nel breve periodo.
Oltre all’isola, ci sono altre tre regioni (Campania, Marche e Abruzzo) che negli ultimi giorni hanno fatto registrare un aumento dei nuovi contagi, dato pesantemente influenzato dalla cosiddetta “variante Delta” che è sbarcata anche in Sicilia con i rientri per le vacanze e con l’arrivo dei turisti.
Ma l’analisi degli esperti non si ferma solo al dato “nudo” dei nuovi contagi. L’osservazione principale è quello relativo alla pressione ospedaliera che è largamente al di sotto della soglia limite, sia per quanto riguarda l’occupazione in reparto che per l’incidenza sulle terapie intensive.
Va però detto che proprio in Sicilia ieri c’è stata una inversione della curva e i ricoveri sono aumentati di 12 unità, numero marginale se dovesse restare un episodio isolato. Ma il monitoraggio ovviamente continua e nello stesso tempo le autorità sanitarie continuano a raccomandare la vaccinazione per cercare di raggiungere prima possibile l’immunità di gregge.
All’appello mancano tanti giovani della fascia di età tra i 12 e i 29 anni. Rispetto al resto d’Italia anche la vaccinazione delle altre fasce di età è generalmente sotto la media nazionale. Colpa del caldo? Della disorganizzazione? Della sottovalutazione dei pericoli? Probabilmente è un insieme di cose ed è per questo che in Sicilia si cerca anche il coinvolgimento dei medici di famiglia per “stanare” soprattutto gli anziani che ancora non hanno assunto nemmeno la prima dose.
Ma guardando fuori dall’Italia, soprattutto in Inghilterra, Spagna e Portogallo dove la variante Delta è già una realtà molto più diffusa, non è difficile prevedere un altro autunno complicato: certamente con meno morti e minor popolazione ospedalizzata ma con misure di contenimento rispetto alle libertà individuali. A oggi, meno della metà degli italiani di età superiore ai 12 anni (45%) ha completato la vaccinazione mentre le dosi somministrate sono state 58 milioni.
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