Sicilia, troppo caldo e poche piogge: la Regione punta sui “laghetti collinari”
Si chiamano “laghetti collinari” o piccole dighe, non possono superare per legge i 15 metri di altezza e la portata dell’invaso non deve essere superiore al milione di metri cubi. E’ questa la soluzione, apprezzata con delibera dalla Giunta Regionale, per fronteggiare gli effetti combinati dell’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni, con un incremento della domanda irrigua e di conseguenza un aumento del deficit idrico.
La situazione è già piuttosto allarmante perchè la pioggia invernale è ai minimi storici, le temperature ampiamente al di sopra della media stagionale e le riserve idriche già cominciano a scarseggiare facendo risuonare i primi campanelli d’allarme.
In una relazione, predisposta dal segretario generale dell’Autorità di bacino, Francesco Greco, e dal dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Agricoltura, Dario Cartabellotta, si evidenzia che secondo la ‘Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici’ “occorre mettere in atto un approccio strategico tra i vari settori e livelli di governo interessati, per affrontare adeguatamente le conseguenze degli impatti dei cambiamenti climatici e per garantire che le misure di adattamento siano efficaci e tempestive”.
“I cambiamenti climatici condizionano l’agricoltura e l’allevamento in Europa in vari modi e le condizioni meteorologiche e climatiche influiscono sulla disponibilità di acqua necessaria per l’irrigazione, sul bestiame, sulle pratiche di irrigazione, sulla trasformazione di prodotti agricoli e sulle condizioni di trasporto e conservazione”.
Inoltre “gli effetti combinati dell’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni determineranno un incremento della domanda irrigua contribuendo ad accrescere il deficit idrico; in generale le colture risentiranno dell’incremento di temperatura riducendo la lunghezza di biomassa e minore resa, in particolare le colture a ciclo primaverile – estivo e quelle non irrigate, le colture arboree, come vite e olivo. La variazione del regime delle precipitazioni e l’aumento della temperatura potranno determinare una riduzione qualitativa e quantitativa delle produzioni nelle aree meridionali”.
Nella relazione viene sottolineato che “i piccoli invasi non sono assoggettati alla vigilanza sulla progettazione, esecuzione ed esercizio prevista per i grandi invasi, ma a leggi e regolamenti propri: nel caso della Sicilia, tali norme e direttive sono in corso di redazione a cura dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e tengono conto della normativa statale”. Per i due dirigenti “si ritiene opportuno incoraggiare la realizzazione dei laghi collinari a valle delle grandi dighe esistenti in Sicilia, al fine di poter accumulare le acque raccolte in porzioni di bacino a valle delle stesse e quindi non oggetto di concessione e, nel contempo, utilizzare le acque di sfioro e di scarico delle stesse grandi dighe”.