Sicilia verso la zona rossa per tre settimane: le proposte del Cts e l’analisi della Regione

La Sicilia potrebbe entrare in “zona rossa” in pochi giorni  e potrebbe restarci per tre settimane. Sarebbe questa la linea proposta dal Comitato tecnico scientifico regionale per contenere l’aumento dei contagi nell’Isola.

Il Cts regionale, secondo le indiscrezioni che trapelano, dopo le due riunioni di ieri e oggi avrebbe già definito la relazione da dare al governatore Nello Musumeci, in considerazione dell’alto tasso di contagi degli ultimi giorni nell’Isola. Non si escludono misure diversificate in relazione all’estensione dell’epidemia. Ora la parola spetta alla politica.

Secondo il Cts siciliano la fascia arancione non sarebbe in grado di proteggere abbastanza la popolazione. L’ipotesi di chiudere le scuole fino a fine mese allontana l’urgenza di somministrare i vaccini anche agli insegnanti e al personale scolastico. Per la scuola primaria si ipotizza l’astensione dalle lezioni in presenza e il probabile ricorso alla dad, come avvenuto nel primo lockdown, ma su disposizione dei sindaci, d’accordo con le Asp provinciali. La scuola dell’infanzia dovrebbe continuare ad essere in presenza. Diversi comuni dell’Isola, negli ultimi giorni, sono stati dichiarati “zona rossa” per l’alto numero di contagi.

Il Governo nazionale è comunque orientato a “stringere”: da lunedì mezza Italia diventerà arancione e il timore di una terza ondata cresce bollettino dopo bollettino. I dati confermano una risalita della curva epidemiologica che è ormai arrivata alla quarta settimana consecutiva. Numeri sicuramente peggiori rispetto a quelli di 7 giorni fa con almeno 12 regioni che, alla luce dell’abbassamento della soglia dell’Rt che fa scattare il posizionamento nelle diverse fasce, sono a rischio di passaggio in zone con misure più restrittive. La Sicilia è fra le regioni che sta peggio, da qui le proposte restrittive del Cts.

In attesa delle ordinanze che il ministro della Salute Speranza firmerà entro domenica, l’Italia si prepara al fine settimana in arancione. In tutto il paese non ci si potrà spostare fuori dal proprio comune di residenza, salvo da quelli con popolazione non superiore ai 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

Saranno chiusi i bar e i ristoranti, mentre restano aperti i negozi e sarà possibile andare una sola volta al giorno a trovare amici e parenti, nel limite di due persone oltre ai minori di 14 anni, nell’ambito del proprio comune. Per evitare che vengano aggirati i divieti, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha dato disposizioni affinché ci siano “articolati e mirati servizi” di controllo lungo le principali strade e i nodi di trasporto.

Da lunedì, con il ritorno al sistema delle fasce, si comincerà a lavorare al nuovo Dpcm, anche se l’impostazione è già chiara ed è quella di prorogare la maggior parte delle restrizioni fino al 31 gennaio. Verrà confermato il divieto di spostamento tra le regioni e il coprifuoco alle 22, così come la chiusura alle 18 dei bar e ristoranti nelle zona gialle. Non è ancora definito se rimarrà o meno la deroga per la visita a parenti e amici mentre dovrebbero rimanere ancora chiuse palestre e piscine.

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