“Silenzio assenso” della Commissione, passano 5 nomine. E l’Aula s’infiamma
Alcune nomine effettuate dal Governo regionale passano grazie al “silenzio – assenso” della commissione Affari Istituzionali che non ha mai affrontato l’argomento nelle scorse settimane, nonostante alcune convocazioni, per mancanza di numero legale.
Arriva quindi l’implicito ok per cinque nomine: Giovanni Occhipinti commissario straordinario dell’Irsap, Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive; Achille Piritore commissario liquidatore Consorzi Asi di Catania, Enna, Siracusa, Ragusa, Calatino di Caltagirone e Messina; Caterina Elvira Grimaldi di Nixima, presidente Istituto per l’incremento ippico; Prospero Cocimano e Salvatore Di Maria, consiglieri d’amministrazione dello stesso Istituto per l’incremento ippico.
La nomina di Occhipinti è stata duramente contestata dal deputato Pd Nello Di Pasquale che attacca il Governo: “Ancora una volta il presidente e la sua maggioranza puntano a ricoprire cariche di vertice della Regione nominando ‘amici’ pur se privi di competenza e requisiti. Non è chiaro come, pur accertando l’assenza dei requisiti e la non veridicità di alcuni dei ruoli riconosciuti dall’assessore al candidato, il Governo abbia ritenuto di non concedere una proroga dei termini per la valutazione, facendo diventare esecutiva, grazie al silenzio assenso, una nomina di fatto illegittima”.
“La nomina di Occhipinti ai vertici dell’Irsap – scrive Di Pasquale in una nota -, priva dei requisiti fondamentali richiesti e con forti elementi di illegittimità, potrebbe apparire costruita a tavolino. Nei prossimi giorni chiederò di essere sentito dalla Commissione regionale Antimafia e chiederò alla Procura della Repubblica di fare chiarezza sulla vicenda. Non è ammissibile che la logica della spartizione continui ad essere il motore dell’azione di governo, mortificando un ente come l’Irsap destinato a promuovere le attività produttive attraverso lo sviluppo di nuove iniziative produttive ed il potenziamento di quelle esistenti”.
L’argomento è stato oggetto di una vera e propria sollevazione di alcuni deputati in Aula che hanno chiesto al presidente dell’Ars Miccichè di prorogare i termini, proroga che non è stata concessa. “Ho chiesto al presidente della Commissione – ha spiegato Miccichè in Aula – se aveva avuto modo di convocare la Commissione, mi ha risposto di sì e il parere non è arrivato per la mancanza del numero legale. Quindi vale la logica del silenzio assenso. Se concedessi una proroga farei una forzatura della legge che prevede che entro 45 giorni venga dato il parere senza il quale vale il silenzio – assenso”.