Silvana Saguto condannata a 8 anni e 6 mesi, sette anni e mezzo a Cappellano Seminara
Il tribunale di Caltanissetta ha condannato a 8 anni e 6 mesi l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, accusata di avere gestito in modo clientelare, in cambio di denaro e favori, le nomine degli amministratori giudiziari dei patrimoni sequestrati e confiscati alla mafia. Nel corso del processo, Saguto (per la quale erano stati 15 anni e 4 mesi) era stata radiata dalla magistratura dal Csm. Assolti invece dalle rispettive accuse Vittorio Saguto (padre dell’ex magistrato), Aulo Gigante e l’ex giudice Lorenzo Chiaramonte.
Tra i condannati anche l’avvocato e amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara (per lui 7 anni e 6 mesi di carcere – la Procura aveva chiesto 12 anni e 3 mesi); il docente della Kore di Enna, Carmelo Provenzano (6 anni e 10 mesi); l’ingegner Lorenzo Caramma, marito di Saguto (sei anni e due mesi); l’amministratore giudiziario Roberto Nicola Santangelo (sei anni e due mesi)
Condannati anche il preside della facoltà di Giurisprudenza di Enna, Roberto Di Maria, due anni e otto mesi; Maria Ingrao, moglie di Provenzano, quattro anni e due mesi; l’avvocato ed ex amministratore giudiziario Walter Virga, a un anno e 10 mesi; Emanuele Caramma, figlio di Saguto, sei mesi; la cognata di Provenzano, Calogera Manta, a quattro anni e due mesi; il colonnello della Dia Rosolino Nasca, a quattro anni; l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, a tre anni di reclusione.
Sul fronte pecuniario, Saguto (oltre a 10mila euro a titolo di provvisionale nei confronti dell’imprenditore Filippo Rappa) è stata condannata a risarcire 500mila euro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, costituitasi parte civile nel processo. Saguto dovrà anche risarcire con 50mila euro la Regione Siciliana, con 30mila il Comune di Palermo, con 30mila l’università Kore di Enna, tutti parti civili. Un risarcimento compreso tra 50mila e 400mila euro in favore della Presidenza del Consiglio dovrà essere versato anche da altri 6 imputati: tra questi il marito della Saguto, Lorenzo Caramma, e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara.
‘Esulta’ il procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci: “C’è una sentenza, finalmente. Parla la sentenza”. Giuseppe Reina, legale della Saguto, sottolinea invece: “Rispettiamo la decisione del tribunale che è arrivata dopo un lungo dibattimento. In prima battuta e aspettando di leggere bene il dispositivo, noto però che in questo processo per la dottoressa Saguto sono più le assoluzioni che le condanne e che è caduta l’accusa di associazione a delinquere. L’unica cosa che mi sento di dire, alla luce delle assoluzioni per diverse contestazioni, è che il quadro indiziario si è fortemente ridimensionato.”. Mentre l’avvocato Sergio Monaco (legale di Cappellano Seminara) rileva: “L’ipotesi accusatoria ha retto solo in parte e vi sono state assoluzioni rispetto a diversi capi di imputazione. C’è stata l’assoluzione in relazione al reato associativo. Comunque leggeremo le motivazioni”.
L’inchiesta prese avvio da accertamenti sulla gestione di una concessionaria di auto sequestrata alla famiglia Rappa di cui era amministratore giudiziario l’avvocato Walter Virga, figlio di Tommaso Virga, magistrato ed ex componente del Csm. La Procura di Palermo, visto il coinvolgimento di giudici del capoluogo, trasmise gli atti a Caltanissetta.
Per la vicenda sono stati processati separatamente, col rito abbreviato, il giudice Fabio Licata condannato in appello a 2 anni e 4 mesi per falso, trasferito da Palermo per incompatibilità ambientale, e Tommaso Virga che è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio.
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