Siracusa, disastro ambientale aggravato: sequestrato il depuratore e bufera su IAS

Una struttura totalmente “inadeguata”, secondo la Procura di Siracusa, che mette in pericolo la pubblica incolumità. Questa avrebbe prodotto negli anni l’immissione non consentita di circa 77 tonnellate all’anno di sostanze nocive (fra cui sostanze cancerogene come il benzene) e di oltre 2.500 tonnellate di idrocarburi in mare negli anni tra il 2016 e il 2020.

Per questo motivo è stato sequestrato l’impianto biologico consortile (depuratore, ndr) di Siracusa gestito da Ias Spa, olte alle quote e dell’intero patrimonio aziendale della società.

L’azienda gestisce l’impianto destinato alla depurazione dei reflui dell’area industriale siracusana e dei Comuni di Melilli e Priolo Gargallo ed è accusata del reato di disastro ambientale per l’enorme quantità di sostanze nocive abusivamente immesse in mare e in atmosfera. È stata anche disposta la misura cautelare della sospensione per un anno dell’esercizio di qualsiasi mansione all’interno delle società coinvolte nell’indagine e nelle imprese concorrenti o comunque operanti nello stesso settore produttivo a carico dei vertici della società Ias e dei cosiddetti “grandi utenti” (Versalis, Sonatrach, Raffineria Italiana, Esso, Sasol, Isab e Priolo servizi) che nel depuratore immettono i propri reflui.

Il depuratore dovrà continuare a operare solo con riferimento ai cosiddetti reflui domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale. La gestione dell’impianto è ora affidata a un amministratore giudiziario.

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