Sistema Saguto, il pm: “Virga senza esperienza, nominato per compiacere il padre”
“Walter Virga non aveva l’esperienza e la competenza necessaria per poter amministrare i beni delle società Rappa e Giardina Bagagli e di questo la dottoressa Silvana Saguto era consapevole”. Lo ha detto il pm Maurizio Bonaccorso nel corso della requisitoria del processo sul cosiddetto Sistema Saguto, ripreso al tribunale di Caltanissetta.
“La vicenda di Walter Virga è una vicenda anomala – ha continuato Bonaccorso -. Non c’è stata quella valutazione da un lato della competenza specifica del ragazzo, dall’altro della complessità dei beni da amministrare. Assegnargli due procedure complesse andando contro quelle che erano le prassi è stata un’anomalia non solo eclatante ma anche unica“.
E sottolinea: “Le amministrazioni Rappa e Giardina sono state un disastro. Ce lo dicono loro stessi nelle intercettazioni. Ci sono delle conversazioni dove è palese la loro preoccupazione. La scelta di nominare Walter Virga derivava dalla necessità di compiacere Tommaso Virga, magistrato ed ex membro del Csm. La violazione di legge non è aver nominato il figlio di un magistrato ma averlo nominato nella consapevolezza che non aveva i requisiti”.
Il pm ha poi affrontato il tema dei rapporti tra Virga e Mariangela Pantò: “C’era una presenza costante di Mariangela Pantò, fidanzata del figlio di Silvana Saguto, nello studio di Walter Virga. E c’è una caterva di intercettazioni che ci fanno comprendere che a Virga fu imposto di prendere nel suo studio la nuora della Saguto. Non si trattava di una persona che frequentava saltuariamente lo studio ma di una persona perfettamente inserita”.
“Ad un certo punto Virga – aggiunge – aveva deciso di allontanare la nuora della Saguto. Per le polemiche sui giornali, e non solo. Pantò non pagava l’affitto e non partecipava alle spese di ristrutturazione dello studio. Decisione che aveva fatto andare il giudice su tutte le furie.” La Saguto non si dava pace – ha detto Bonaccorso – e aggiunse: ‘No, non gliela posso passare… non si buttano a mare le persone, si rischia insieme’. La Saguto si sfogò anche con l’avvocato Cappellano Seminara: “Virga, un ragazzino da niente, ha avuto quello che ha avuto e questo è il ringraziamento”.
Alla ex presidente del tribunale Misure di Prevenzione l’accusa contesta “la gestione inopportuna” a proposito di una tabaccheria di Sferracavallo, sequestrata e sottoposta ad amministrazione giudiziaria, dove risultava un ammanco di 27 mila euro. Era stato l’amministratore Antonio Galatolo a denunciare il caso alla Saguto, firmando il licenziamento di un ragioniere e di un dipendente. La Saguto disse a un’amica: ‘Se loro si dimettono prima, io dico che non si procede’. E così fu.
Nel processo, oltre a Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, sono accusati il padre del magistrato, Vittorio Saguto, il marito Lorenzo Caramma e il figlio Emanuele, gli amministratori giudiziari Gaetano Cappellano Seminara, Walter Virga, Aulo Gigante e Nicola Santangelo, il colonnello della Dia Rosolino Nasca, i docenti universitari Roberto Di Maria e Carmelo Provenzano, la moglie e la collaboratrice di Provenzano, Maria Ingrao e Calogera Manta, l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, l’ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte.