Stromboli, attività in riduzione. Presto il piano di protezione civile per Ginostra
L’attività del cratere di Stromboli si riduce, ma il Dipartimento della protezione civile della Presidenza della Regione Siciliana continua a studiare un piano per Ginostra. L’obiettivo dei vari interventi è quello di predisporre un sistema in grado di avvertire la popolazione di Stromboli, in caso di esplosione del vulcano, con alcuni minuti di anticipo, consentendo la loro messa in sicurezza.
Tra gli interventi già effettuati c’è il ripristino e completamento (grazie a fondi comunitari) della copertura telefonica mobile compromessa dall’eruzione del 3 luglio, oltre al potenziamento della rete wi-fi, necessaria per garantire la massima funzionalità del sistema di allertamento con sirene collegato alle boe di rilevamento tsunami che sono state collocate in prossimità della Sciara del fuoco e che vengono monitorate dall‘università di Firenze.
Calogero Foti, responsabile del Dipartimento protezione civile della Regione, sottolinea: “Siamo sull’isola di Stromboli con un’unità operativa in pianta stabile sin dal 3 luglio. Il Dipartimento sta svolgendo un’azione continuativa di coordinamento e di aiuto alla popolazione garantendo il collegamento stabile con il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’Università di Firenze, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, i Vigili del fuoco, la Capitaneria di porto, il Cfrs, i corpi di polizia impegnati sul territorio e i volontari. A ciò va aggiunta l’attività di informazione che il Drpc Sicilia svolge nei confronti della popolazione residente in collaborazione con l’amministrazione comunale”.
Nel frattempo il calo dell’attività ha permesso al sindaco Marco Giorgianni di autorizzare nuovamente l’attracco nei porti di Scari e di Ginostra dei vaporetti con i turisti; dovranno approdare uno alla volta e non potranno sbarcare più di 200 passeggeri per viaggio. Continueranno a farlo regolarmente traghetti e aliscafi. Permane invece il divieto di scalare la montagna. Gli operatori però chiedono un intervento dello Stato: “L’isola si è svuotata – dice Mario Cincotta, pioniere isolano – nel nostro bar, che è il principale di Stromboli, abbiamo avuto un calo di presenze del 70%. Il governo nazionale e la Regione ci dovranno sostenere per evitare di riprendere i viaggi verso l’Australia”.