Tecnis SpA, altro terremoto: eseguiti a Catania quattro arresti per bancarotta
Per la bancarotta della ‘Tecnis Spa’ – una delle principali aziende italiane di costruzioni – dichiarata dal tribunale di Catania nel giugno del 2017 la Guardia di Finanza ha eseguito quattro provvedimenti di custodia cautelare e sta effettuando anche un sequestro di beni per un valore complessivo di 94 milioni. Nei confronti dei quattro il Gip di Catania ha disposto gli arresti domiciliari. L’accusa è, in concorso, di bancarotta fraudolenta per distrazione.
Tra i quattro ai domiciliari ci sono gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, già ai domiciliari dal 22 ottobre 2015 al 22 marzo del 2016, per corruzione e turbativa nell’ambito di due inchieste della Procura di Roma, ‘Dama nera’ e ‘Dama nera 2’, su presunte tangenti all’Anas. Gli altri due indagati agli arresti domiciliari sono Orazio Bosco, fratello di Concetto, e Gaspare Di Paola, ritenuto un prestanome degli imprenditori. Concetto Bosco, 57 anni, è indagato nella qualità di amministratore di fatto del gruppo imprenditoriale Tecnis e amministratore unico di una consortile dello stesso gruppo, la TerniRieti Scarl, utilizzata, secondo l’accusa, per “drenare risorse finanziarie dalla Tecnis”.
—-> IL COMMENTO DEL PM ZUCCARO
‘Mimmo’ Costanzo, 58 anni, per la Procura anche lui amministratore di fatto del gruppo Tecnis, sarebbe con Concetto Bosco “la mente organizzativa del progetto criminale realizzato attraverso la distrazione di flussi monetari convogliati verso società dagli stessi dirette”. Orazio Bosco, 56 anni, fratello di Concetto, è accusato di essere stato amministratore di società, come la ‘Ing. Pavesi & C. Spa’ e ‘Iniziative turistiche srl’, che sarebbero state “tutte beneficiarie ingiustificate di flussi finanziari provenienti da Tecnis. Gaspare Di Paola, 69 anni, è indicato dalla Procura come “consapevolmente prestanome a disposizione di Bosco e Costanzo” e amministratore unico della TerniRieti scarl e dell’Ing. Pavesi & C. Tecnis Spa, con sede legale a Tremestieri Etneo, è una delle realtà più significative nel panorama nazionale delle imprese di costruzioni generali, di ingegneria e general contracting, attiva nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali, in Italia e all’estero.
La Tecnis è stata in amministrazione giudiziaria dal febbraio 2016 al marzo 2017 perché sequestrata nell’ambito di un’inchiesta antimafia della Dda etnea su indagini dei carabinieri del Ros. Il dissequestro fu motivato con la’ “venuta meno la pericolosità del bene” che, secondo i giudici, era “stato legalizzato” grazie al lavoro dell’amministrazione giudiziaria e della Procura di Catania.
Secondo la Procura di Catania “le criminose condotte predatorie poste in essere dal management della Tecnis” hanno “spogliato la società di quasi 100 milioni di euro nel corso di un quadriennio, dal 2011 al 2014, aggravandone il dissesto e rendendola insolvente”. “Lo schema fraudolento congegnato e perseguito dai soggetti arrestati”, secondo la Procura, si è caratterizzato per “la concessione da parte di Tecnis di consistenti e vorticosi finanziamenti infragruppo ‘non onerosi’ diretti alle consorziate”. Le imprese beneficiarie, a loro volta, “anche con movimentazioni bancarie realizzate nella stessa giornata, hanno veicolato le liquidità in questione a favore di società estranee al gruppo di riferimento, ma sempre dirette, anche con la presenza di prestanome, da Concetto Bosco e Mimmo Costanzo”.
Per la Procura “il profitto criminale originatosi dalla bancarotta fraudolenta veniva destinato, tra l’altro, alla realizzazione di strutture sportive e ricettive nel settore del turismo golfistico, la cui costruzione, in larga parte, veniva anche affidata alla stessa ‘depredata’”. Secondo l’accusa, “la compagine criminale, dunque, finanziata da mezzi tratti dalla società poi finita in amministrazione straordinaria, non remunerata per il malcelato finanziamento, realizzava distinti compendi societari senza dover ricorrere all’investimento di proprie risorse”.
Gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco “risultano ancora oggi operativi sul mercato attraverso la società Amec srl, costituita alla fine del 2017, con sede a Santa Venerina, che opera nel settore costruzioni generali e delle infrastrutture, con un fatturato annuo dichiarato di 11 milioni di euro”. Dalle indagini di militari del nucleo di Polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Catania è emerso che la società sarebbe beneficiaria di un affitto d’azienda operato da Cogip infrastrutture srl e risulta aggiudicataria di commesse pubbliche, di recente avrebbe vinto un appalto dell’Anas da 50 milioni di euro.