Variante Delta: cos’é, quali sono i sintomi, quanto è più contagiosa, efficacia dei vaccini
In Italia la situazione dei contagi Covid sembra essere sotto controllo, ma all’orizzonte c’è l’avanzata della variante Delta: di giorno in giorno aumenta la percentuale di casi provocati da questa variante, che presto potrebbe diventare dominante. Ma cos’è la variante Delta? Quali sono i sintomi? Quali precauzioni prendere?
COS’É LA VARIANTE DELTA?
La variante Delta è il nome comune attribuito alla Variante VUI-21APR-01 (nota anche come B.1.617) che è stata rilevata per la prima volta in India e per questo inizialmente era stata denominata come “indiana”, prima di emergere anche in altri paesi.
Include una serie di mutazioni tra cui E484Q, L452R e P681R, la cui contemporanea presenza desta ragionevole preoccupazione per la potenziale maggiore trasmissibilità e il possibile rischio di reinfezione. Sono state riscontrate anche varianti appartenenti al ceppo indiano, quindi geneticamente correlate, ma sprovviste della mutazione E484Q.
Studi sono ancora in corso, ma ad oggi non ci sono prove che causi malattie più gravi rispetto alle precedenti varianti.
QUALI SONO I SINTOMI
Come riferito dal direttore della Prevenzione del Ministero, Gianni Rezza, sul fronte dei sintomi (rispetto ad altre varianti) ci sarebbe un maggior carico per l’apparato respiratorio superiore.
I sintomi di “esordio” più comuni sembrano essere: raffreddore, mal di gola, naso che cola e mal di testa; a seguire febbre e tosse e in rari casi l’anosmia (cioè la perdita dell’olfatto).
QUANTO É PIU’ CONTAGIOSA
La variante Delta sembra caratterizzarsi soprattutto per una maggiore trasmissibilità del virus. Sulla base delle ultime evidenze disponibili, infatti, la VOC Delta (B.1.617.2) è del 40-60% più trasmissibile rispetto alla variante Alpha (nota in precedenza come “inglese) e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione in assenza di copertura vaccinale completa.
Con riferimento alla popolazione in generale, il Ministero della salute classifica come “basso” il rischio totale in presenza di vaccinazione completa e “da alto a molto alto” per vaccinazione parziale o assente.
Con riferimento alla popolazione fragile, il rischio totale (inteso come sommatoria di probabilità di infezione e impatto) tende ad alzarsi: nella popolazione fragile vaccinata il rischio è “da basso a moderato”; nella popolazione fragile non vaccinata o vaccinata parzialmente il rischio è “molto alto”.
PRECAUZIONI: COME PROTEGGERSI
L’invito degli esperti è semplice: è fondamentale vaccinarsi (e farlo completando il ciclo il prima possibile – in caso di due dosi). Studi in Gran Bretagna dimostrano che le due dosi prevengono l’ospedalizzazione con una percentuale di oltre il 90%, sia con Pfizer sia con AstraZeneca.
Vi sono evidenze che quanti hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione che prevede la somministrazione di due dosi, sono in quel momento meno protetti contro l’infezione da variante Delta rispetto all’infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato. Il completamento del ciclo vaccinale fornisce invece una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha (precedentemente nota come variante “inglese”).
Nonostante l’ingresso in zona bianca, l’allerta sulle nuove varianti impone di ribadire l’importanza per tutti (compresi coloro che hanno avuto l’infezione o che sono stati vaccinati) di aderire rigorosamente alle misure di controllo sanitarie e socio-comportamentali (l’uso delle mascherine, il distanziamento fisico e l’igiene delle mani).