Covid, anziani morti alla casa di riposo “Come d’incanto”: 5 indagati a Messina

Sono 5 le persone iscritte nel registro degli indagati da parte della Procura di Messina, che cerca di far luce sui decessi di 33 ospiti della casa di riposo per anziani “Come d’incanto” avvenuti tra marzo e giugno 2020. Tra i soggetti indagati vi sono vertici e dipendenti della struttura e personale dell’Asp e i pm stanno tentando di accertare se le morti siano dipese da omissioni, ritardi o errori degli indagati. Il reato contestato è cooperazione colposa mediante omissione in omicidio colposo.

Ai 5 indagati si contesta infatti il non aver compiuto tempestivamente le azioni necessarie ad impedire la diffusione del contagio da Covid-19 tra gli ospiti della casa di riposo. Omissioni che non avrebbero consentito una tempestiva assistenza sanitaria e la somministrazione di terapie per ciascun ospite contagiato. Ulteriori risposte potrebbero arrivare dall’incidente probatorio, con una perizia medico-legale da eseguire in collegio con specialisti in medicina legale, infettivologia, pneumologia.

Gli indagati sono: Donatella Martinez (responsabile della “Casa di riposo Come d’incanto”); Cono Bontempo (medico geriatra che assisteva gli anziani ospiti della struttura); Carmelo Crisicelli (dirigente medico dell’ASP di Messina ed ex commissario emergenza Covid); Vincenzo Picciolo (medico in servizio al “SUES 118” di Messina, responsabile del coordinamento dell’attività sanitaria per l’esecuzione dei tamponi domiciliari); Maria Concetta Santoro (medico dell’ASP di Messina, in servizio presso il presidio d’emergenza del 118 di Francavilla di Sicilia).

I vertici della casa di riposo e alcuni dei medici che operavano nel centro, secondo la Procura, avrebbero taciuto la presenza dei pazienti contagiati e il rischio della diffusione del contagio. A due medici del 118 e dell’Asp, invece, la Procura contesta di aver eseguito solo 24 tamponi, nonostante fosse stata segnalata la presenza di 50 anziani con febbre alta e tosse, e di aver sottovalutato l’urgenza di conoscere l’esito degli esami.

Indagato è anche il dirigente medico dell’ASP di Messina, all’epoca commissario emergenza Covid: si sarebbe limitato a prescrivere l’isolamento fiduciario degli ospiti presenti nella struttura e non avrebbe fatto immediatamente tamponare il resto degli anziani, né avrebbe evacuato la casa di riposo (lo sgombero venne eseguito solo in seguito).

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