Catania, maxi operazione antidroga: 80 arresti, azzerate 12 “piazze di spaccio”

Imponente operazione antidroga a Catania per smantellare numerose “piazze di spaccio” del popolare quartiere di San Giovanni Galermo. I carabinieri di Catania hanno eseguito una ordinanza cautelare che riguarda 101 indagati: ottanta persone arrestate, compresi due minorenni, nove poste ai domiciliari, quattro all’obbligo di dimora e otto a quello di presentarsi alla polizia giudiziaria.

Nell’operazione, denominata “Skanderbeg”, le 101 persone indagate sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco. Il fatturato medio dell’attività di spaccio si aggirava intorno ai 120 mila euro al giorno: il dato è stato reso noto durante un incontro in videoconferenza con la stampa con il procuratore Carmelo Zuccaro.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi vi sono alcune donne. Secondo quanto accertato, molte volte collaboravano all’attività di spaccio insieme a familiari o ai loro colleghi pusher uomini o nascondevano le responsabilità penali dei loro mariti. In una occasione è finita in manette una coppia di coniugi con un figlio minorenne.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia è condotta dal nucleo operativo della compagnia carabinieri di Catania Fontanarossa. Secondo la Dda etnea, “le diverse squadre che gestivano le ‘piazze di spaccio’ godevano di una chiara autonomia sotto il profilo della competenza territoriale e della gestione organizzativa, ma agivano comunque sotto il diretto controllo del gruppo Nizza aderente alla ‘famiglia’ di Cosa nostra catanese dei Santapaola – Ercolano, che imponeva ai ‘capi piazza’ il rifornimento esclusivo dello stupefacente dal medesimo gruppo dei costi e i quantitativi di droga da acquistare”.

Secondo gli investigatori, ogni piazza aveva un capo che operava sotto la supervisione di Lorenzo Michele Schillaci, delegato anche a dirimere i contrasti interni ai gruppi. Le riprese video dei carabinieri, ricostruisce la Dda, hanno consentito di “registrare centinaia e centinaia di cessioni di dosi di droga giornaliere, organizzate in modo “imprenditoriale” con precisi orari di lavoro e turnazioni che coprivano l’intero arco della giornata”.

L’indagine ha permesso di accertare la disponibilità di armi da fuoco, anche da guerra, pronte ad essere utilizzate in caso di richiesta di spedizioni punitive da parte del clan Nizza. In occasione dei festeggiamenti del 31 dicembre 2018, tra l’altro, sono stati ripresi i momenti in cui proprio Schillaci e altri due responsabili di una importante piazza di spaccio, Mario Maurizio Calabretta e Giambattista Spampinato, esplodevano diversi colpi di arma da fuoco con un Kalashnikov e una pistola, noncuranti, tra l’altro, della presenza di più persone, tra le quali un bambino, mentre il pusher della piazza continuava a spacciare ai clienti incuranti degli spari.

Ci sono anche le dichiarazioni di due recenti collaboratori di giustizia: Dario Caruana e Silvio Corra. Quest’ultimo ha avuto il ruolo di reggente del clan Nizza, a cui facevano riferimento i gruppi di trafficanti e spacciatori, sostituendo il boss Lorenzo Michele Schillaci come responsabile della cosca dopo il suo arresto l’8 novembre del 2019. In locali in uso a quest’ultimo, all’epoca, furono trovati e sequestrati 60.000 euro provento dell’attività delle piazze di spaccio, la “carta degli stipendi”, la “carta delle estorsioni”, e la “carta delle piazze di spaccio”. Parte dei proventi delle vendita della droga servivano, secondo la Dda di Catania, anche al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti.

In particolare nella “carta” venivano indicate le iniziali di 43 detenuti con accanto la somma spettante alla famiglia per un importo totale mensile di circa 42.000 euro. I tempi di intervento, sottolinea la Procura di Catania, “sono stati particolarmente brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla Direzione distrettuale antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio a Catania e che ha consentito di eseguire l’ordinanza cautelare nei confronti di 99 indagati solo dopo pochi mesi rispetto alla condotta contestata”.

Nel blitz sono impegnati oltre 400 carabinieri del comando provinciale di Catania, supportati dai militari delle altre province della Sicilia e dei reparti specializzati dell’Arma: compagnia di intervento operativo del 12esimo Reggimento Sicilia, squadrone eliportato Cacciatori Sicilia, nucleo Elicotteri e nucleo Cinofili.

CORONAVIRUS, IL BOLLETTINO DELLA SICILIA DEL 22 NOVEMBRE 2020

CANICATTI’, TRAGICO INCIDENTE: MUIORE RAGAZZO DI 16 ANNI

 

Categorie
attualità
Facebook

CORRELATI