Ndrangheta, la società “Caronte & Tourist” finisce in amministrazione giudiziaria

La “Caronte & Tourist”, società di navigazione che opera sullo Stretto di Messina, è stata posta per sei mesi in amministrazione giudiziaria nell’ambito di un provvedimento eseguito stamattina dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, con l’operazione denominata “Scilla e Cariddi”. Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale.

“Mi preme sottolineare che la misura dell’amministrazione giudiziaria presuppone che il titolare dell’azienda sia terza rispetto ai soggetti pericolosi”, ha affermato però il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Bombardieri. “Non si parla di controllo dell’azienda – ha aggiunto Bombardieri -. Ove ci fosse stato un controllo, ben altre sarebbero state le misure da adottare”.

La società (che si occupa del traghettamento tra le sponde calabresi e siciliane), secondo gli inquirenti, si sarebbe dimostrata permeabile rispetto ad infiltrazioni della ‘ndrangheta, con agevolazione garantite dalla società – nello specifico tramite alcuni dipendenti – in favore di soggetti ritenuti espressione della cosca Imerti-Condello. Entrambi dipendenti del vettore marittimo, Domenico Passalacqua e Massimo Buda, secondo gli inquirenti, sarebbero stati i portatori degli interessi della ‘ndrangheta, arrivando a gestire servizi di bar-ristorazione, quelli di pulizia e disinfestazione, nonché i servizi di prenotazione per gli autotrasportatori e persino l’assunzione di personale.

Nell’ambito della stessa operazione è infatti scattato anche un sequestro di beni del valore di circa 800.000 euro: i destinatari del sequestro sono proprio Massimo Buda (dipendente della società) e il padre, Santo Buda, appartenente all’omonima famiglia di Villa San Giovanni, federata, secondo gli inquirenti, alla cosca Imerti-Condello.

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